Quel che vi serve sapere:

Donna Maria Puentes è partita per la Delvadia per ritrovare un americano che ha combattuto la dittatura che aveva governato quello che all’epoca era conosciuto come Rio de Muerte e si era guadagnato il soprannome di El Libertador.

L’uomo, che per Donna Maria Puentes non era stato solo un compagno di lotte ma anche un amante era stato dato per morto ma invece era stato imprigionato nella vicina Delvadia e liberato solo quando era caduta anche la dittatura di quella nazione., tuttavia le privazioni e le torture gli avevano fatto perdere la memoria.

Un commando delle milizie di estrema destra delvadiane ha rapito El Libertador e Donna Maria si è messa alla ricerca dei rapitori per poi scomparire a sua volta.

Steve Rogers e Jack Flag sono arrivati in Delvadia decisi a ritrovarli entrambi ed hanno presto scoperto di trovarsi in mezzo ad una ragnatela di complotti al centro dei quali ci sono misteriosi segreti che nemmeno El Libertador sa di conoscere.

 

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#47

 

CHI È EL LIBERTADOR?

3° parte

di

Carlo Monni & Carmelo Mobilia

 

 

 

 

Barrio di San Vicente, Delvadia,

 

Il posto era un vecchio rancho apparentemente in disuso, senza più animali né fattori.

Attorno al suo perimetro però c'erano uomini armati di fucili e alcune jeep parcheggiate, segno che il luogo non era disabitato. Era il covo principale dei Lobos Locos ma anche una base logistica dei contras delvadiani che si finanziavano attraverso il traffico di droga, armi ed altro, in attesa di poter sferrare un attacco allo Stato per riprendersi il potere.

Steve Rogers e Jack Flag osservavano da lontano, senza essere visti.

Senza dire una parola l'ex Capitan America fece un cenno al suo partner, e immediatamente il giovane supereroe, muovendosi di soppiatto, andò nella direzione indicatogli, andando a coprire l'altro lato del casolare.

<Quanti uomini vedi, Jack?>

<<Ne conto quattro... no cinque. Cinque uomini, tutti armati.>>

<E con quelli sul davanti fanno dieci. Sono cauti. Si aspettano delle visite.>

<<Vuoi ritirarti? Tornare in un altro momento?>>

<Per ora limitiamoci ad osservare.> rispose Steve.

Gli tornarono in mente le parole che il suo istruttore, il colonello James Fletcher, gli disse durante il suo addestramento, nel 1940.

“Conosci sempre il più possibile del terreno su cui dovrai batterti, ed anche del tuo nemico. Può fare la differenza tra la vita e la morte, la tua e di chi dipende da te.”

Una rapida quanto acuta osservazione dell'avamposto nemico diede a Steve tutte le informazioni che gli servivano.

<Sono in tanti, armati fino ai denti, e in stato di allerta. Qualcuno deve averli avvisati del nostro arrivo. Un attacco frontale pertanto è sconsigliabile. Direi che è il caso di cercare di entrare senza farsi notare, liberare Donna Maria e uscire, rubare una jeep e andarsene. Servirà cautela ma non è impossibile.>

Ma mentre faceva queste considerazioni, quasi come se qualcuno da lassù volesse complicargli la vita, all'improvviso una squadra di uomini armati uscì allo scoperto e li assalì.

<<Americano! No te muevas!>> gli intimò uno dei trafficanti.

La risposta di Steve fu un calcio fulmineo al fucile e un pugno altrettanto veloce al mento.

L'uomo fu al tappeto in un battito di ciglia.

Il resto dei suoi compagni aprì il fuoco verso di lui, ma Steve com'era ormai sua abitudine, aveva già attivato lo scudo energetico e s'era messo al riparo dai colpi.

<<Steve, scusami, mi sono fatto beccare!>> gli confidò Jack Flag tramite il contatto radio.

<Non è colpa tua, Jack. Ci stavano aspettando.> gli rivelò Steve, mentre si batteva contro i narcos.

Le cose si erano fatte più complicate, tuttavia non erano il genere di avversari che potevano impensierire chi aveva affrontato la Wermacht, le orde dell'Hydra, dell'A.I.M. o la Mano.

Steve si sbarazzava degli avversari con facilità, abbattendoli a due alla volta, quando il contatto radio con il suo socio venne disturbato.

<Jack, che succede? Ragguagliami!>

<<Steve, non sono soli, c'è AAAAAARH!>> e perse il segnale.

<JACK! JACK, PARLAMI!> gridò, ma il ragazzo non rispose.

<Sto venendo da te, Jack, resisti!>

Si diresse rapidamente verso la posizione del suo amico. Nessuno gli sparava, dunque era segno che Jack si era sbarazzato delle guardie armate... ma allora, cos'era successo?

Una volta risalita la collinetta lo vide: Jack Flag era steso a terra, svenuto, mentre su di lui troneggiava una figura che Steve conosceva.

<Buenas Noche, señor...>

<Tarantula!> esclamò Steve.

 

 

Condor Hilton Hotel, Capitale di Delvadia,

 

Era naturale per William Rawlins pernottare nei migliori hotel delle città dove doveva recarsi per qualche missione, tutto a carico del fondo spese della C.I.A ovviamente. 

Rawlins approfittava senza scrupoli delle risorse che l’Agenzia gli metteva a disposizione specie da quando aveva raggiunto il suo attuale grado: supervisore delle operazioni particolari, quelle così segrete che ufficialmente non esistevano e di cui non esisteva documentazione cartacea o di altro tipo. No, non era del tutto vero perché di una quella documentazione esisteva e solo un uomo ne conosceva il nascondiglio. L’informazione era sepolta nel profondo della sua mente sconvolta e bisognava strappargliela a tutti i costi e con ogni mezzo possibile prima di ucciderlo.

<Maledizione!> sbottò Rawlins.

Sapeva bene che se quelle informazioni fossero diventate pubbliche sarebbe scoppiato uno scandalo che avrebbe travolto lui per primo: i suoi superiori lo avrebbero scaricato addebitandogli tutte le responsabilità e lui non aveva alcuna intenzione di fare il capro espiatorio.

Non erano solo le possibili conseguenze se fosse scoppiato lo scandalo a preoccuparlo, però: c’erano anche quei due presunti agenti dello S.H.I.E.L.D. che erano sulle tracce di Donna Maria Puentes ed ovviamente del Libertador.

Nonostante avesse ripetuto la ricerca più volte, non aveva trovato riscontri per i loro volti in nessun database e questo era decisamente insolito e molto, molto, preoccupante.

Poteva solo sperare che i suoi alleati riuscissero davvero a risolvere la situazione.

 

 

Barrio di San Vicente.

 

Steve Rogers e Tarantula erano l’uno di fronte altro.

<Ti avverto Tarantula, se per caso...>

<El tu amigo respira ancora, compaño, almeno per il momento.> lo interruppe Tarantula< Vedo che la mia fama mi precede, ed esta cosa mi lusinga mucho… tu invece mi sei totalmente sconosciuto. Il tuo volto non mi dice nada. Ed è muy fastidioso para mi avere a che fare con qualcuno che non conosco... per chi lavorate, voi due? Por la DEA? O forse la C.I.A.?>

Steve non rispose. Non era abituato da dare spiegazioni ai nemici: un tempo bastava l'uniforme di Capitan America per identificarlo… ma ora che aveva scelto l'anonimato, preferiva far trapelare meno notizie possibile, sul suo conto.

<Non parli eh? Sei un vero duro tu, non come il tu amigo… beh vediamo se riesco a farti sciogliere la lingua...>

L'attacco fu immediato: scattando velocemente Tarantula cercò di colpire Steve al petto con il suo stivale dalla lama affilata, ma lui, prevedendo il colpo, lo evitò.

<Muy bien amigo, muy bien… sei bravo. Mi farai divertire.> esclamò Tarantula, sorpreso e divertito dall'abilità del suo avversario.

“Dev'essere il terzo a fregiarsi di quel titolo” pensò Steve mente combatteva “Ma pare che diversamente dai suoi predecessori abbia le medesime capacità ragnesche dell’Uomo Ragno. Non sarà una passeggiata.”

Effettivamente Tarantula non era un combattente convenzionale: veloce e potente, oltre che scorretto e crudele, aveva una stile di lotta decisamente violento: i colpi che portava, principalmente facendo uso di calci, approfittando delle baionette attaccate agli stivali, erano tutti voltati a ferire gravemente, se non addirittura a uccidere. Per fortuna Steve aveva fatto tesoro dell’esperienza maturata in diversi scontri con Batroc il Saltatore ed era pronto a difendersi e come al solito faceva uso del consueto scudo energetico per proteggersi, cercando uno spiraglio per piazzare i propri colpi, ma Tarantula pareva altrettanto abile nell'incassare.

Il letale balletto avrebbe potuto continuare a lungo, ma Tarantula parve spazientirsi e portò un calcio a piedi giunti: Steve non riuscì ad evitarlo, e benché si riparasse dietro lo scudo, l'impatto fu tale da mandarlo al tappeto.

<UGHN!> disse, cadendo di schiena sul terreno polveroso.

Tarantula fece un balzo, con l'intenzione di infilzarlo con i soliti stivali.

Steve riuscì ad evitarlo per un pelo, ma nulla potè contro il suo manrovescio: il dorso del pugno di Tarantula andò a colpirlo alla nuca.

Steve cadde a terra, privo di sensi.

Gli altri trafficanti gli furono addosso.

<Ben fatto Tarantula. Ora lo finisco.>[1] esclamò uno di loro, puntando una pistola contro l'inerme Steve.

<No fratello, non ancora. Legateli. Voglio interrogarli. Devo scoprire chi è che li ha mandati.> rispose Tarantula.

 

 

Covo segreto del Teschio Rosso.

 

In apparenza poteva sembrare una normale riunione aziendale: il C.E.O. Aleksandr Lukin elencava ed evidenziava i prossimi passi del suo programma che i suoi collaboratori avrebbero dovuto mettere in piano al più presto... peccato che questi non fossero dei semplici impiegati, ma alcuni dei più spietati e letali spie e assassini appartenenti all'ex Unione Sovietica e che Lukin nascondesse il suo volto e la sua vera identità dietro la sinistra maschera del Teschio Rosso.

<Dunque se non ci sono domande e vi è tutto chiaro, direi che non c'è altro. Mettiamoci al lavoro.> concluse, prima di sciogliere la riunione.

Tutti si alzarono dal tavolo, pensando ognuno alla propria missione.

<Aspetta Dolnovitch. Ho ancora un compito per te.> disse il Teschio, richiamando l'attenzione dell'ex spetnaz.

<Viktor, so cosa stai pensando... da quando hai portato a termine il tuo compito, non ti ho più assegnato una missione. Ma non mi sono affatto dimenticato di te e del tuo valore... non ti ho evitato la cattura[2] solo per farti uccidere il Teschio Rosso originale[3]… per quanto, per quell'esecuzione, meriteresti una medaglia ed un elogio pubblico.> disse l'oligarca al suo soldato.

<Cosa vuole che faccia, signore?> rispose Dolnovitch.

La sua devozione non era dovuta solamente alla sua fedeltà di soldato, ma essendo ricercato in patria come sul territorio americano, Lukin rimaneva la sua sola alternativa ad una vita da fuggiasco.

<Ho un compito speciale per te, Viktor. Un compito adatto ad un uomo delle tua capacità.

<Un altro omicidio?> chiese Dolnovitch <Chi devo ammazzare, questa volta?>

 <Nessuno. Niente di tutto ciò. Vedrai, trarrai grande soddisfazione e ti farà sentire davvero appagato.> gli rivelò il nuovo Teschio Rosso con un aria misteriosa.

 

 

Barrio di San Vicente.

 

Legata ad una sedia, impossibilitata a muoversi, Donna Maria Puentes non potè che assistere impotente nel vedere i due uomini corsi in suo soccorso trascinati come sacchi di patate e venire legati anch'essi ad una sedia.

<Steve...> gli uscì dalla bocca, nel vedere il suo uomo inerme nelle mani di quei farabutti.

“Che strani giri, fa questa nostra pazza vita.” pensò nel rivederlo: lei era corsa a Delvadia per salvare il suo ex amante, Jerry Drake, l'uomo noto nel suo paese come El Libertadòr, e Steve era andato incontro alla sua stessa sorte per venire a salvare lei.

Ci sarebbe stato quasi di che ridere, se le loro vite non fossero state a rischio.

Una volta che i nodi ai polsi e le caviglie dei due americani furono ben stretti, Tarantula fece portare dei secchi di acqua gelata.

<Svegliali.> ordinò al suo uomo, che subito li gettò addosso a loro.

Immediatamente ripresero conoscenza.

<Hola. Benvenidos.> disse loro Tarantula <Riprendiamo la conversazione da dove l'avevamo lasciata, vale? Mi stavi per dire per chi lavorate...>

<Ricordi male. Non stavo proprio per dirti nulla.> rispose Steve.

I suoi occhi azzurri fissavano quelli neri del suo aguzzino.

Steve aveva già vissuto momenti del genere, durante la guerra, per mano di temibili gerarchi nazisti quali Zemo e il Teschio Rosso; questo Tarantula non poteva saperlo, ma nonostante ciò capì ugualmente che Steve non si sarebbe piegato facilmente.

<C'è qualcosa in quei tuoi occhi d'attore che mi dice che tu non sei un uomo che si piega, non è vero?> chiese Tarantula <Sì… tu non hai paura di me, lo sento. Tu no tienes miedo. Forse nada ti spaventa, non è così? Però mi domando se esto gringo sia ugualmente forte!> esclamò, tirando i capelli di Jack Flag.

<Perchè non lo scopriamo, eh?> rispose Jack, arditamente.

<Già, por que no? Potremmo anche giocare… io scommetto che riuscirei a farti cantare, muchacho … però chissà, potrei anche sbagliarmi, e perdere la scommessa, ma sai una cosa? Di una cosa sono sicuro...> lasciò Jack per concentrarsi su Donna Maria.

<Estoy seguro que due grandi eroi come voi non possono resistere a veder soffrire una mujer, specie se è tanto hermosa como esta!> esclamò, afferrando Donna Maria per il mento con una mano e impugnando un affilato rasoio da barbiere con l'altra.

<Allora? Vi decidete a parlare o devo iniziare ad affettarle la faccia? COMINCIATE A PARLARE!>

<NO! LASCIALA ANDARE!> gridò El Libertadòr, preoccupato per l'incolumità di Donna Maria.

Ma prima che chiunque altro potesse fare la propria mossa, un inaspettato visitatore entrò nella stanza.

Nessuno avrebbe mai sospettato di vedere quell'uomo in quella stanza, ma tutti i presenti lo riconobbero.

Donna Maria Puentes esclamò il suo nome con orrore:

<Marcos Cifuentes?>

 

 

Quartier Generale dei Vendicatori Segreti, Manhattan, New York.

 

Amadeus Cho era nel laboratorio seduto davanti allo schermo di un computer e come suo solito era intento a sgranocchiare snack. Sosteneva che quel genere di cibo gli stimolava il cervello e a giudicare dai risultati che era in grado di ottenere con il suo lavoro, forse era vero.

Improvvisamente un segnale acustico lo avvertì che il software di sua invenzione aveva a appena finito di decrittare il file che gli aveva inviato Sharon Carter poco tempo prima.[4]

Parole in Spagnolo presero a scorrere sullo schermo.  Amadeus era cresciuto in Arizona e masticava abbastanza quella lingua. Non era sicuro di capire tutte ma quello che capiva era più che sufficiente a spaventarlo. 

Stava riflettendo su cosa fare quando arrivò una chiamata sulla linea segreta della base: solamente i membri della squadra potevano accedervi.

Con il comandante Rogers, Jack Flag e la signorina Puentes fuori in missione, rimanevano solo poche opzioni.

<Qui Cho.> rispose Amadeus, convinto che dall'altro capo della conversazione potesse trovarsi soltanto Bucky, Yelena o al limite Nick Fury, ma quando rispose, udì un'altra voce.

Una voce comunque familiare.

<<Ehi Amadeus. Sono Jack.>

<Nomad? Sei proprio tu?> chiese, sorpreso nel sentirlo.

< In persona, ragazzo. Dimmi che Steve è lì con te? Ho provato a chiamarlo ma è irraggiungibile, e ho urgenza di parlargli.>>

<Il Comandante Rogers è in missione, Jack> replicò il giovane <Ci sono solo io alla base.  Se posso esserti utile in qualche modo…>

<<Un genio come te potrebbe essere utile in effetti> disse Nomad <Dì, hai qualche idea di come rintracciare un carico di plutonio contrabbandato illegalmente?>>

<Hai detto... plutonio?>

Non era possibile eppure…

<<Sì, arrivato in Florida via Sud America, e ho la maledetta sensazione che qualcuno voglia usarlo per far esplodere una bomba nucleare qui negli States.>>

Amadeus sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale.

 

 

Delvadia,

 

Donna Maria non poteva credere ai propri occhi:, il capo dei servizi segreti di Rio Valente era un complice di Tarantula e dei contras delvadiani. Si fidava di quell’uomo, lo credeva onesto e sincero, scoprire che era tutto un inganno era uno shock per lei.

<Perché?> riuscì solo a chiedere.

<Per il più antico dei moventi: il potere.> rispose Marcos Cifuentes.

<Potere? Tsk! Sei uno degli uomini più potenti del nostro paese... cosa diavolo puoi volere di più, maledizione!> sbottò Donna Maria.

<Ma non è stato sempre così, Maria... e tu lo sai. Ricordi quando dormivamo nelle tende dentro la giungla? Quando ci nutrivamo di avanzi di cibo, razionando le provviste? Tu… e il tuo gringo, il qui presente Jerry, eravate così fiduciosi che avremmo vinto… beh, io no. Non lo ero affatto. Ero convinto che i Santiago ci avrebbero fatto a pezzi. Era solo questione di tempo.>

<Ma che… vuoi dire?>

<Penso che tu lo abbia capito ormai. Mi sono venduto a loro. In cambio di una posizione di rilievo nel governo, vendevo a loro delle informazioni sui vostri piani.>

<Eri una maledetta spia? Tu? N-Non ci posso credere, io...>

<Non essere così sorpresa, Maria! Eravamo in un posizione di svantaggio, lo sai bene! Tu eri disposta a diventare una martire, a morire per la causa... ma non io. Ad un certo punto ho pensato a sopravvivere. Era un ottimo affare, per me.>

<MI FAI SCHIFO!> urlò Donna Maria furiosa, sputando in sua direzione.

<Vedila come vuoi, ma all'epoca mi sembrava la soluzione migliore. Ma tu Jerry, dovevi ficcare il naso, non è vero? Hai rischiato di mandare tutto a monte!>

Jerry Drake iniziò a rimettere insieme i pezzi: la sua mente, prima completamente avvolta nelle nebbia, cominciò a schiarirsi, e i ricordi a tornare a galla.

<Durante la trasferta a Delvadia... c'eri anche tu....> borbottò il pilota americano.

<Vedo che inizi a ricordare... eravamo lì per prendere accordi con i capi della guerriglia antigovernativa di Delvadia per stabilire un’azione comune, e io mi ero incontrato con un uomo dei servizi segreti locali per riferire del nostro meeting, ma tu mi hai scoperto e stavi per smascherare il mio doppio gioco. Per fortuna, fosti catturato e non hai fatto saltare la mia copertura.>

<No, non regge. Non me la bevo... perchè non lo avete ucciso, allora? Perchè tenerlo in vita per tutto questo tempo?> domandò Donna Maria.

<C'è un'ottima risposta a questa domanda> riprese Cifuentes <I servizi segreti delvadiani lo riconobbero come quell’agente della C.I.A. sparito con le prove di un omicidio di massa di oppositori, perpetrato proprio con la connivenza della sua agenzia. Quelle informazioni valevano moltissimo. Così il regime dei Santiago mostrò al pubblico il cadavere martoriato di un altro uomo spacciandolo per lui, affinché fiaccasse il vostro spirito e il vostro morale, mentre, in realtà lui era rinchiuso nelle carceri delvadiane, dove cercarono ripetutamente di estorcergli dov’è che aveva nascosto quelle maledette prove.>

<Torturandolo!> esclamò furiosa Donna Maria.

<Già> s'intromise Tarantula <Ma esto gringo era un duro. Non rivelò nada.>

Ancora una volta, la memoria di Jerry Drake ebbe un’altra illuminazione.

<TU! TU C'ERI! TU MI HAI TORTURATO! ERI TU!> imprecò, pieno di rabbia e rancore rivolto a Tarantula capendo infine chi si celava sotto la maschera..

<Verdad. Fui yo. E ti confesso che raramente ho incontrato un hombre in grado di reggere quello che hai sopportato tu... continuavi a ripetere “no, no!” in continuazione... notable. Ma alla lunga la tua mente non ha retto, rifugiandosi nell'amnesia.>

<Dettaglio che vi siete dimenticati di rivelarmi> lo riprese Cifuentes <Mi avete ricattato per anni, facendomi credere di avermi in pugno, che potevate rivelare il mio passato, in cambio del mio appoggio!>

<Dopo la caduta del regime ci serviva todo l'aiuto possibile, Marcos. Una mano lava l'altra, amigo.>

<Va bene, ho sentito abbastanza.> intervenne Steve.

Tarantula si girò verso di lui.

<La conversazione no te gusta, rubio? Que vorresti fare?>

<Jack, adesso!> ordinò Steve.

Jack Flag si liberò dalle corde, colpendo dritto in faccia il suo aguzzino.

<Finalmente! Non ne potevo più di aspettare!> esclamò nel farlo.

Steve fece la stessa cosa, colpendo con un montante Tarantula.

<Mi dispiace amico, ma prima dovevo registrare tutti i dettagli. Questa conversazione finirà allo S.H.I.E.L.D. Cifuentes. Hai chiuso!>

<U-UCCIDETELO! UCCIDETELO!> gridò il traditore, in preda al panico.

Jack Flag fu lesto nel liberare Donna Maria e Jerry Drake, che si unirono alla lotta, mente Steve si occupava di Tarantula.

<Tu … ti sei fatto sconfiggere apposta!> intuì Tarantula furioso.

<Lo hai capito da solo o hai chiesto aiuto?> lo schernì Steve.

Il sudamericano reagì rabbiosamente, cercando di pugnalarlo con le baionette attaccate ai suoi stivali, ma Steve aveva previsto l'aggressione, evitandola.

Tra i due cominciò uno scambio di colpi, proprio come la volta precedente.

Questa volta però era Steve a tenere l'offensiva

<Sei solo un vile, un sadico verme che gode nel torturare chi non è in grado di difendersi!> gridò al suo avversario, mentre lo colpiva con un pugno.

Le lame di Tarantula, non riuscivano ad avvicinarsi al bersaglio: o lo mancavano, o colpivano lo scudo d'energia. Il criminale latino si sentiva sempre più frustrato e poco lucido, sia per non riuscire a piazzare un colpo letale, sia per essere stato giocato.

Diventando sempre più avventato, emettendo un grugnito di rabbia cercò per l'ennesima volta di pugnalarlo con la punta dello stivale, ma stavolta Steve gli afferrò una gamba e usando lo scudo lo colpì al ginocchio, rompendoglielo.

<AAAARGH! LA RODILLA!>[5] gridò di dolore Tarantula.

Una volta a terra, dolorante, l'ex Capitan America lo finì con un pugno.

“Di solito non sono così brutale con i miei avversari.” pensò Steve tra sé e sé “Ma trattandosi di un tipo piuttosto robusto, non è il caso di andarci troppo per il sottile. Meriterebbe di peggio, vista la sua crudeltà.”

 

Intanto i suoi alleati se la cavavano egregiamente: Jack si era preso il grosso dei sicari, mettendo a frutto tutte le ore di allenamento a cui si era sottoposto, ma anche Donna Maria e Jerry Drake non se la cavavano male.

Approfittando della confusione, Marcos Cifuentes cercò di scappare.

<No bastardo, non te la caverai così!> gridò Jerry, correndogli dietro.

Cercò di fuggire lungo la collinetta dietro il ranch, ma Drake riuscì a braccarlo.

<SETTE ANNI DELLA MIA VITA, FIGLIO DI PUTTANA! SETTE ANNI!> urlò, mentre lo tempestava di pugni.

<Jerry... basta così, ti prego. Fermati.> gli disse Donna Maria, una volta raggiunto.

<Sette anni Maria... sette anni... io....>

<Lo so, caro, lo so. Ma è finita adesso. Questo porco verrà arrestato per complicità in rapimento, tentato omicidio e tentato colpo di stato. Pagherà per quello che ti ha fatto.>

Jerry Drake si lasciò andare in un pianto liberatorio, e Donna Maria non potè che abbracciarlo, consolandolo.

 

 

Altrove nella Capitale.

 

Le notizie viaggiavano veloci in certi ambienti e non appena era stato informato di quanto era accaduto a Cifuentes William Rawlins aveva deciso di abbandonare precipitosamente Delvadia prima che il suo coinvolgimento venisse a galla e qualcuno venisse a cercarlo.

Tutto era andato storto e lui ora doveva cercare di salvare il salvabile... ovvero se stesso.

Negli Stati Uniti sarebbe stato decisamente più al sicuro.

Fece rapidamente le valige e chiamò un taxi che lo avrebbe portato all’aeroporto.

Era appena sceso nella hall del suo hotel che sentì una voce sarcastica venire dal bar.

<Torni a casa in fretta, Bill?>

A parlare era stato un uomo dai capelli bianchi e barba di due giorni che indossava un vestito stazzonato ed aveva in mano un bicchiere pieno di un liquido ambrato.

<Mr. Rawlins per te, Bascomb.> ribattè con durezza l’uomo con la benda near sull’occhio sinistro <E per amor del Cielo, fallo lavare ogni tanto quel vestito.>

<Meglio essere sporchi fuori che dentro come te… Mr. Rawlins.> replicò Jack Bascomb <A proposito, sbaglio o la tua piccola operazione clandestina è fallita? Non è per questo che te la stai filando a gambe levate?>

<Attento a come parli, Bascomb. Se mai dovessi scoprire che c’è anche il tuo zampino dietro il fiasco di stanotte…>

<Io? Sono solo un’umile rotella nel grande ingranaggio della C.I.A. in questo paese dimenticato, come potrei aver fatto qualcosa a tuo danno?>

Rawlins sembrò voler dire qualcosa poi ci ripensò e si avviò all’uscita.

Bascomb ridacchiò poi vuotò il suo bicchiere, lo posò sul bancone e si rivolse al barman:

<Fammene un altro Miguel.>

 

 

EPILOGO

 

 

Un piccolo aeroporto poco distante dalla capitale di Delvadia.

 

Era arrivata l’ora di tornare a casa; il Quinjet dei Vendicatori Segreti attendeva sulla pista pronto al viaggio di ritorno.

Mentre Steve Rogers si appartava per rispondere ad una telefonata,[6] Donna Maria si avvicinò all’uomo che conosceva come Jerry Drake che li aveva accompagnati sin lì.

<E così non intendi tornare negli Stati Uniti? Pensavo che ora che sai di nuovo chi sei, volessi ritornare alla tua vecchia vita.> gli disse.

<Non ho molto a cui valga la pena di tornare.> rispose l’ex Libertador <E poi ho degli affari in sospeso da sistemare da queste parti. Potrei chiedere a te di restare con me.>

Donna Maria sorrise e gli accarezzò lievemente una guancia dicendo:

<Il nostro tempo è passato, Jerry. Ora c’è Steve nella mia vita.>

<Capisco. Il tuo bel cavaliere biondo che è corso un tuo soccorso... salvandomi la buccia, tra le altro cose. Va bene cosi... dopotutto, non sono affatto il tipo che si accasa. È stato bello finché è durato, diciamo.> le disse, sorridendole.

<Cosa farai adesso?>

<Come ti ho detto, ho qualche affare in sospeso. Tra le altre cose devo recuperare una certa cosa e decidere cosa farne.>

Donna Maria capì che stava alludendo al chip con le prove della connivenza di certi funzionari della C.I.A. con i massacri degli oppositori politici dei vecchio regime delvadiano di cui era stato in possesso.

Ora che aveva recuperato la memoria, ricordava ovviamente dove l’aveva nascosto.

<Sono sicura che farai la cosa giusta.> gli disse poi si girò e si allontana per raggiungere Steve al jet. Improvvisamente si girò verso l’uomo che conosceva come Jerry Drake e gli chiese:

<Prima che me ne vada, perché non mi dici qual è il tuo vero nome?>

Lui sorrise e rispose:

<Hai ragione. Mi chiamo…>

Proprio in quel momento i motori del Quinjet ruggirono a tutta forza contemporaneamente pronti al decollo e la risposta si perse nel rumore.

Donna Maria sospirò e salì a bordo raggiungendo Steve e Jack Flag.

<Tutto a posto?> le chiese Steve.

<Certo.> rispose lei sedendosi accanto a lui, poi preso un respiro, iniziò a parlargli.

<Steve, mi spiace che tu sia rimasto coinvolto... e mi dispiace se hai pensato che ti volessi in qualche modo allontanare da me. Non è assolutamente così. Io… dovevo assolutamente chiudere i conti col mio passato.>

Steve le accarezzò il viso e le disse:

<Capisco cosa ti ha spinta a fare quello che hai fatto, Donna Maria, sul serio. Io più di chiunque alto so bene quanto gli spettri del nostro passato tendano a tormentarci. Ma voglio che tu sappia che io ti amo profondamente, e che per te ci sarò sempre. Qualsiasi cosa ci capiterà nella vita, d'ora in avanti l'affronteremo insieme.>

Lei si sentì commossa dalle sue parole, poi lo baciò con passione... e fu una risposta più che sufficiente.

 

 

FINE

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Si conclude qui la storia del Libertadòr, personaggio ispiratoci in parte dal protagonista del fumetto belga XIII (anch’esso vittima di un amnesia e con dei trascorsi tra i rivoluzionari sud americani) e in parte dal celebre Mister No della Bonelli, che ci ha fornito il modello su cui plasmare il nostro anti-eroe.

Ne abbiamo approfittato per approfondire la storia di Donna Maria Puentes e del suo paese.

Speriamo che la storia vi abbia divertito come ha divertito anche noi nello scriverla.

Nel prossimo episodio, scopritelo con noi.

 

 

Carlo & Carmelo



[1] Tradotto dallo spagnolo.

[2] Vedi U.S.AGENT MiT #1- 2

[3] Vedi Crepuscolo Rosso su Vendicatori #90.

[4] Ovvero due episodi fa.

[5] Ginocchio in spagnolo.

[6] Di cui sapremo di più nel prossimo episodio.